Il 29 luglio 2018 si sono concluse, per 31 “lupetti” sansalvesi, le Vacanze di Branco 2018 iniziate il 22 luglio scorso.
Una settimana molto intensa e ricca di emozioni quella vissuta da lupetti, capi e cambusieri del gruppo Agesci di San Salvo a Collelongo (Aq).
I capi prima di avviare il campo si sono prodigati per programmare e organizzare nei minimi dettagli la settimana in cui avevano deciso di rinunciare al loro tempo libero per dedicarlo alla crescita dei più piccoli della parrocchia di San Giuseppe.
Bambini tra gli 8 e i 10 anni hanno vissuto di sicuro un’esperienza unica lontano dalle loro famiglie e dalla vita di tutti i giorni e chiamati anche ad effettuare dei piccoli percorsi personali di autonomia, di condivisione e di dinamiche di gruppo nel bene e nel male.
Nell’ultimo giorno,come consuetudine in questi tipi di campeggi, anche i genitori sono stati chiamati a vivere l’esperienza degli scout con i loro figli e con gli altri genitori in un clima di convivialità e dello stare insieme.
Durante la preghiera che ha preceduto il pranzo, Achela (capo di riferimento dei lupetti Matteo Fabrizio) e di tutti è andato a Eugenio Di Petta, un uomo da tutti conosciuto per il suo grande carisma nello scoutismo sansalvese e venuto a mancare nell’ottobre 2016: “Ti dobbiamo tantissimo! Ci manchi da morire”. Un pezzo importante di Eugenio era presente in questo campo con il suo stesso spirito di servizio: il suo papà si è messo a disposizione come cambusiere.
Lacrime piene di emozioni e di gioia hanno accompagnato anche il momento di “chiusura del cerchio” (tipico momento scout che conclude ogni attività) e della giornata.
Questi alcuni dei commenti che i genitori al ritorno a casa, dopo aver vissuto la giornata conclusiva e ascoltato i loro figli, hanno postato sul gruppo whatsapp dei “genitori dei lupetti”:
Ho sempre scritto poco sul gruppo perché preferisco parlare di persona ma gli elogi, in questo caso, vanno fatti anche scritti.
Sono cresciuta insieme a Luca, ho visto crescere Matteo ed Elena, ho avuto il piacere di conoscere Giuseppe e i ragazzi del clan…fiera di voi e della strada che avete percorso. Ci vuole fede, passione ed amore verso il prossimo per dedicarsi agli altri e per averne cura, e voi ci siete riusciti. Che la vostra sia sempre una “buona caccia”! Un grazie particolare va a chi, dietro le quinte, si è preso cura dei nostri figli: Maria Pia, Vito, Pierino, Daniele e Giovina
Grazie infinitamente di cuore per la premura, l’affetto e l’emozione che mettete in ogni momento dedicato a questi bambini. Non sempre si riesce a comprendere tutto il lavoro di preparazione che c’è dietro, ma il sorriso dei nostri figli e i loro racconti lo testimoniano efficacemente . Grazie capi, grazie cambusieri.
Ci associamo ai ringraziamenti ai capi, allo staff a tutti quelli che sono stati vicini ai nostri bambini in questa settimana. Non é retorica. Viviamo in un mondo difficile dove si stanno perdendo i valori veri. Avere accanto alle famiglie educatori come i nostri capi scout , dá forza ai nostri insegnamenti e fa crescere i bambini in modo sano
Grazie grazie grazie di cuore a tutti. Lo scoutismo è davvero una grande risorsa, un grande alleato nella difficile arte educativa. Il Signore continui a benedire questa sana realtà di San Salvo. Grazie ancora.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,36-43. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo.
Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno,
e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli.
Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità
e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!».
Dio è paziente ed è sempre con Noi…Però non dimentichiamo che ciò che seminiamo Raccoglieremo…
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,31-35. In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo.
Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami».
Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti».
Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole,
perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: “Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo”
Come un Granellino di senape diventa un’ albero che ospita nidi di uccelli anche noi dovremmo fare lo stesso con la FEDE…farla crescere nel bene accogliendo anche le situazioni più spiacevoli e capire che servono ad apprezzare ancora di più il grande dono della VITA.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 6,1-15. In quel tempo, Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,
e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.
Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.
Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.
Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:
«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».
Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.
E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».
Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».
Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.
È bello fare opere buone , ed è ancor più bello farle nell’umiltà…L’importante è il gesto non il piedistallo. ..
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,24-30. In quel tempo, Gesù espose alla folla una parola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?
Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?
No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
Spesso siamo molto confusi…E con il Silenzio e la Preghiera riusciamo a sentire nel nostro cuore la differenza tra il bene e il male…
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,18-23. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli : «Voi dunque intendete la parabola del seminatore.
Tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.
Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la parola e subito l’accoglie con gioia,
ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato.
Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto.
Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».
È bello Ascoltare la Parola del Signore e farlo col nostro cuore…e anche quando sembra dura e cruda da capire se scrutiamo bene ci accorgeremo che al suo interno C’è solo Positività…
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 13,10-17. In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?».
Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.
Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.
E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani.
Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono.
In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!».
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 20,20-28. In quel tempo si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa.
Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo».
Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli;
ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere.
Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo,
e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo;
appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».
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